La nostra storia

Image 01

L'inizio e la storia

Il Pedale Opitergino nasce dalla scissione con l'U.S.O. (Unione Sportiva Opitergina), associazione che cura la pratica sportiva tra gli appassionati della zona nell'immediato dopoguerra.

La spaccatura tra gli appassionati del calcio e del ciclismo è inevitabile, quando sorgono divergenze sull'opportunitò di organizzare, nel 1946, una gara ciclistica. Non trovando un accordo, i sostenitori del ciclismo sono indotti ad allontanarsi dall'U.S.O. : nasce così il Pedale Opitergino.

Siamo, come detto, nell'immediato dopoguerra e tutti i soci sono armati di straordinaria vitalità: senza nulla togliere ai singoli, Luigi Del Maschio e Gino Zanardo si distinguono per vivavità ed iniziative: anticipando i tempi essi diventano, di fatto, i primi "cacciatori" di sponsor. Presidente nel 1946 era Angelo Carpenè.

Il P.O. sforna fin da subito atleti di prim'ordine, tra cui lo scalatore Carnelos, il poderoso velocista Tumiotto e i bravi Casonato e Sari. I duelli e i dispetti tra Carnelos e Tumiotto sono all'ordine del giorno: ricalcano il dualismo tra Coppi e Bartali che all'epoca infiamma l'Italia. Memorabile lo stop a Ponte di Piave: da soli, in fuga, con oltre un minuto di vantaggio sul gruppi, Carnelos non riceve il cambio, s'indispettisce e non tira più, vede un muretto e...si siede. Tumiotto, per non dargli soddisfazione, fa altrettanto. Risultato: corsa persa entrambi!

La storia (ma i testimoni giurano senza timore di spergiuro) dice che nel 1966 il P.O. rischia di spegnersi: non è affiliato alla Federazione e l'attività organizzativa langue. La leggenda (ma i testimoni insistono ancora di più) racconta che Aldo Costariol, vittima di un fastidioso mal di denti, il Lunedì di Pasqua si sia recato in centro ad Oderzo per procurarsi un cachet (all'epoca le pastiglie contro il mal di denti erano chiamate così). Il dolore però non gli fece non notare che la strada era deserta, non c'erano transenne, non c'era gente che rumoreggiava...

"Ma come? Qui non si correva una gara?" pensò il buon Aldo, nonostante il fastidio causato dai denti. Più infuriato per la scoperta dell'assenza della corsa che per la nevralgia, Costariol entrò alla trattoria "Al Bersagliere" (allora sede del P.O.) dove incontrò, e la nostra educazione sorvola su quanto si siano detti, Bruno Vedovelli, l'ultimo factotum del P.O. prima dell'interruzione dell'attività agonistica.

Il seguito ci racconta di una riunione in Sala Diana nel 1967 dove, dimenticato il mal di denti e più motivato che mai, Aldo Costario indice già l'8 gennaio (non perde tempo, quindi!) la prima assemblea ri-costitutiva del P.O., che si chiude con la solenne "PROMESSA DI DARE IL MEGLIO DI LORO PER IL BENE DEL PEDALE OPITERGINO".

Giustizia dice che l'affiliazione del 1966 non fu eseguita per errore burocratico. Giustizia dice anche che Aldo Costariol ha effettivamente rilanciato l'attività del P.O. per i successivi 40 anni. Al suo fianco validi collaboratori e instancabili "cacciatori di sponsor", in onore di Luigi Del Maschio e di Gino Zanardo, ma l'iniziativa di Aldo Costariol è stata fondamentale per il ripristino dell'attività della società.

La "Strada del vino rosso"

Prima della "Oderzo-Falcade-Oderzo" c'era la "Gara internazionale del Vino Rosso", fortemente pensata e voluta dall'allora presidente Ferdinando Pascon. Abbiamo visto come Luigi Del Maschio (con altri valorosi e volenterosi associati) fu precursore del ruolo del General Manager, cioè colui che, tra le altre cose, va a caccia di sponsor. Stesso ruolo per questa corsa: l'idea era quella, si direbbe oggi, di valorizzare il territorio, alla riscoperta degli antichi gusti, di capire la storia, la cultura e la tradizione attraverso i prodotti locali.

Tutto questo già accadeva nel 1970 (prima edizione: 18 Ottobre 1970), con tanto di presentazione alla stampa, con emissione di francobollo e, solo per ricordare l'eccezionale evento, anche una marcia messa in note e suonata ad ogni partenza.

Avventure e imprese

Le grandi avventure sono spesso frutto di grandi amicizie, nate tra la fatica di una pedalata in bicicletta. Il gruppo dei "pazzi" del Pedale Opitergino ha girato (da molti anni per merito del vulcanico e compianto Luigino Borsoi) in lungo e in largo per l'Italia e per l'Europa. Non sempre c'è agonismo, spesso prevale la voglia di esserci e di aver visto posti da leggenda per il ciclismo, posti da leggenda per la geografia, posti della solidarietà e posti della memoria...per l'occhio, che vuole, come racconta il proverbio, sempre la sua parte.

Tra queste grandi avventure e grandi imprese il confine è sottile. La grande impresa è il vero omaggio alla bicicletta, ai suoi interpreti, ai suoi mezzi...

La "Oderzo-Falcade-Oderzo"

Il gioiello organizzativo del Pedale Opitergino merita un capitolo speciale. Falcade è sempre stata un buen retiro per molti cittadini di Oderzo e la nascita di una prova che unisce le due città risulta pertanto uno sviluppo naturale delle cose.

Al fianco dello staff organizzativo si sono alternati pittori, scultori e artisti di ogni espressione, che hanno decantato con le loro opere quanto succedeva in quella giornata: il magone della partenza, l'eccitazione di avvicinarsi alla montagna, l'amicizia che si cementa ai ristori, il rispetto della fatica, la bellezza incomparabile delle nostre dolomiti e, dopo l'introduzione delle due giornate, la scoperta di nuovi itenerari: la Valle del Mis, il Passo di San Boldo, la quasi sconosciuta ma affascinante Forcella France...

Nata nel 1982 tra i favori di molti cicloturisti che potevano scegliere due itinerari diversi (tra cui il famoso brevetto Nevegal da affrontare dal bivio Vich), per salire a Falcade, nel 2002 la creatura del presidente Primo Minello, del vice Luigino Borsoi e di Aldo Costariol è diventata un'escursione di due giorni. La perfetta qualità organizativa, la calda accoglienza di Falcade, il montepremi davvero sfavillante hanno permesso alla "Oderzo-Falcade-Oderzo" di superare gli inevitabili momenti di stanca e di proporsi, ormai da molti anni, quale prova di medio fondo regionale e nazionale.

Nel 2017 la manifestazione si è svolta sotto forma di Randonnèe, presentando due percorsi: uno, assai impegnativo, da 300 km con 4000 metri di dislivello ed uno più di stampo cicloturistico, da 150 km. Nel 2018 i percorsi rimarranno due (da 300 e da 200 km), e saranno entrambi brevetti validi per il "Girorando Nord-Est", prestigioso criterium internazionale che racchiude i percorsi più affascinanti ed impegnativi del Triveneto.

Prossimamente: "La squadra giovanile, tra passato, presente e futuro"...

 

 

 

Consiglio direttivo e deleghe

Presidente Giorgio Furlan
Vice Presidente Andrea Segato
Segretario Regina Franceschin
Tesoriere Emanuela Chitarello
Consigliere Maurizio Parzianello
Consigliere Paolo Martin
Consigliere Federico Parzianello

 

Campioni Sociali:

2019 - Angelo Berto
2018 - Angelo Berto
2017 - N/A
2016 - Maurizio Parzianello
2015 - Carlo Luigi Borsoi
2014 - Giorgio Furlan
2013 - Angelo Querin
2012 - Giovanni Martin
2011 - Giannantonio Martin
2010 - Michele Corgnoli
2009 - Giuseppe Ovelli
2008 - Marco Michelon e Plinio Andreon
2007 - Renzo Segato
2006 - Attilio Cereser
2005 - Giampaolo Sartori
2004 - Antonino Guerra
2003 - Paquale Damiano
2002 - Angelo Querin
2001 - Giovanni Lo Cascio
2000 - Rino Fossaluzza
1999 - Renzo Segato
1998 - Elio Squararotti
1997 - Antonino Guerra
1996 - N/A
1995 - Marco Bincoletto
1994 - Renzo Gardenal
1993 - Bruno Russolo
1992 - Ilario Dal Pozzo
1991 - Angelo Querin
1990 - Lino Felet
1989 - Raffaele Barbier
1988 - Aquiles Stripani
1987 - Giuseppe Rosetto
1986 - Luciano Casagrande
1985 - Giovanni Masier
1984 - Antonio Daniotti e Cesarino Moresco